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domenica 25 febbraio 2018

QUELLO CHE NON SO DI LEI (2017) DI ROMAN POLANSKI


Dopo quasi cinque anni dal suo ultimo film, Venere in pelliccia, Roman Polanski torna dietro la macchina da presa per Quello che non so di Lei (D’après une historie vraie), tratto dal romanzo di Delphine De ViganUna storia vera”, affiancato nell’adattamento della sceneggiatura dal regista di Sils Maria e Personal Shopper, Olivier Assayas. Il film è stato presentato in anteprima fuori concorso all’ultimo Festiva di Cannes.


Al centro della scena abbiamo Emmanuelle Seigner, attuale compagna di Polanski, nei panni proprio di Delphine De Vigan, la quale, dopo il suo ultimo romanzo di successo, subisce un blocco creativo che le provoca ansia e panico. In suo soccorso arriverà un’affascinante e misteriosa donna, Leila (Eva Green), che si fa chiamare Lei (nella versione originale il suo nome sarà Elizabette, Elle per gli amici), una ghostwriter con la quale instaurerà un rapporto di amicizia tale da arrivare a confidarle i suoi segreti più intimi.


Polanski sembra avere tanto a cuore la figura di scrittori e affini, da renderli spesso protagonisti di suoi film: ricordiamo con piacere, infatti, alcuni thriller da egli diretti, come La Nona Porta (1999) con Johnny Depp nei panni di un esperto di libri antichi, o anche L’uomo nell’ombra, pellicola datata 2010, tratta dal romanzo di Robert Harris (che compare come co-sceneggiatore) Il Ghostwriter, in cui Ewan McGregor interpreta, appunto, un ghostwriter incaricato di scrivere le memorie dell’ex primo ministro del Regno Unito. Ebbene, in Quello che non so di lei le due protagoniste sono entrambe scrittrici e, come se non bastasse, il compagno di Delphine, François (Vincent Perez), è un personaggio televisivo che si occupa della vita dei grandi scrittori contemporanei e gira il mondo per intervistarli (nel film vengono citati autori quali Bret Easton Ellis, Don DeLillo, Paul Auster e molti altri).


La presenza di Olivier Assayas al fianco di Polanski apporta al film un’analisi psicologica della protagonista che vive nel tormento, come, per esempio, avviene in Sils Maria, il già citato film di Assayas in cui la protagonista è un’attrice teatrale sul viale del tramomto e sull’orlo di un tracollo psicofisico (Maria Enders interpretata da Juliette Binoche). Sommando tutti questi fattori, da un lato abbiamo un thriller quasi mozzafiato, figlio della sapienza registica di Polanski, dall’altro un film riflessivo e dai tempi spesso molto dilatati, dovuto alla presenza nella sceneggiatura del regista franco-turco, il tutto aggravato (in senso positivo) da una colonna sonora Hitchcockiana firmata dal pluripremiato Alexandre Desplat, che tramuta in sonoro lo stato d’animo ansioso e tormentato di Delphine. Apprezzabile il fatto che, pur avendo sulla scena per tutto il tempo quasi esclusivamente solo le due protagoniste, quasi ad enfatizzare la loro voglia di isolarsi dall’umanità alla ricerca di pace e serenità, il film non annoi e lasci sempre che lo sguardo dello spettatore rimanga incollato allo schermo.


Ogni buon Thriller che si rispetti deve avere un plot twist finale che dovrebbe rimanere indecifrabile fino alla fine e che dovrebbe, a meno che non si abbia già letto il libro da cui è stato tratto il film, sorprendere tanto da far rimanere a bocca aperta. Purtroppo, ed è qui che sta la grande pecca del film, in questo caso il colpo di scena appare evidente sin dalla prima mezz’ora, e si passa tutto il tempo restante a ipotizzare i singoli dettagli che avvalorano l’intuizione iniziale. Nel caso di chi scrive, il finale immaginato è stato vicinissimo a quello effettivo della pellicola. Mettiamola così, vi divertirete nel costruire nella vostra mente il finale del film. Nonostante questa grande pecca, il film si salva e risulta godibile soprattutto grazie alle interpretazioni magistrali di Seigner e Green (se ve lo state chiedendo, no, non avrà scene di nudo al contrario del suo solito), alle doti di regia e di scrittura del duo Polanski-Assayas e alle magiche note della colonna sonora di Alexandre Desplat. 
Quello che non so di lei arriverà nelle sale italiane il giorno 1 marzo 2018, distribuito da Leone Film Group e Rai Cinema.
Voto: 7,5.
Luca Cardarelli


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venerdì 23 febbraio 2018

RED SPARROW (2018) DI FRANCIS LAWRENCE


L’anno appena cominciato vede il ritorno dell’accoppiata Lawrence & Lawrence (Francis e Jennifer) dopo la loro collaborazione negli ultimi tre capitoli della saga young adult di Hunger Games che, a dire il vero, era precipitata progressivamente, episodio dopo episodio, nel più triste dimenticatoio anonimato. E allora Francis ha richiamato Jennifer per provare a riscattarsi, dirigendo l’ex fiamma di Darren Aronofsky (a proposito, madre! da urlo) in Red Sparrow, spy movie ad alta tensione che gronda sesso, violenza e sangue da ogni poro,  tratto dal romanzo Nome in codice: Diva (Red Sparrow) scritto da Jason Matthews.


Jennifer Lawrence domina la scena nei panni di Dominika Egorova, ex ballerina del Teatro Bol’šoj che, complice un incidente sul palco, si trova costretta a rinunciare alla sua carriera e, quasi obbligata dallo zio Vanja Egorov (Matthias Shoenaerts), entra a far parte dei servizi segreti russi in qualità nel corpo dei Red Sparrow, agenti segreti duramente addestrati in un’apposita scuola con lo scopo di circuire agenti nemici e strappare loro informazioni decisive per la dura lotta contro il blocco occidentale. Dominika, da par suo, si vede incentivata a svolgere al meglio il proprio dovere dal fatto che continui a pendere sulla sua testa la spada di Damocle costituita da una mamma malata e una minaccia di sfratto dall’appartamento in cui vive a spese dello stato Russo. Superato ottimamente l’addestramento, Dominika viene gettata nella mischia con l’obiettivo di carpire all’Agente della CIA Nathaniel Nash (Joel Edgerton) il nome di un infiltrato americano nei Servizi Segreti Russi.


Sebbene il plot sia molto interessante e il cast veda tra le sue fila anche attori del calibro di Jeremy Irons e Charlotte Rampling, Red Sparrow risulta abbastanza ingarbugliato per quel che riguarda la comprensione dei ruoli dei personaggi, soprattutto nella parte centrale (e non aiuta il fatto che i numerosi e repentini cambi di location non vengano segnalati dalle classiche didascalie), anche se poi, alla fine, gli occhi dello spettatore si concentreranno sul personaggio di Dominika, reso molto ambiguo dalla sceneggiatura che presenta non poche falle fino alla fase finale del film, in cui si nota un frenetico e, francamente, un po’ stucchevole spiegone fornito dalla riproposizione di scene topiche mal nascoste durante l’incedere della pellicola e che non aggiungono molto alla rivelazione del tanto agognato nome della Talpa americana (che appariva già abbastanza scontato da metà film in poi).


Nonostante i tanti difetti, comunque, Red Sparrow non annoia e le due ore e venti di durata scorrono abbastanza veloci, anche grazie al mix sempre ben accetto tra scene hot (la Lawrence non si è risparmiata) e altre violentissime (al limite del gore) che strizzano l’occhio al cinema proposto da David Cronenberg con Eastern Promises (La promessa dell’assassino) e, nel complesso, risultando una copia leggermente sbiadita del recente Atomica Bionda di David Leitch.  
Red Sparrow arriverà nelle sale italiane il giorno 1 marzo 2018, distribuito da 20th Century Fox.
Voto 6,5
Questa recensione è la prima (spero di tante) che potrete trovare anche cliccando sul sito Nostalgia in VHS con cui ho appena iniziato a collaborare. Visitate anche la pagina Facebook cliccando su  Nostalgia in VHS e mettete un bel mi piace, e se non l'avete ancora fatto, anche sulla pagina FB di questo blog, ovvero Cuore di Celluloide - La Pagina.