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domenica 20 settembre 2015

OPERAZIONE U.N.C.L.E. DI GUY RITCHIE


Questo era forse il film che più attendevamo per questa estate, ormai giunta al suo epilogo. Di Guy Ritchie ci si fida sempre, sin dai tempi di Lock and Stock non ha mai sbagliato un film, a parte quel pessimo (eufemismo) remake di "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto", ovvero Travolti dal destino (ma lo perdoniamo). Il maestro del Pulp europeo, dopo la deviazione cine-letteraria (apprezzatissima) dei due capitoli di Sherlock Holmes, è sembrato voler tornare sui suoi passi con questo "Operazione U.N.C.L.E.", adattamento cinematografico della serie Tv anni '60 "The Man from U.N.C.L.E.", che è un ibrido Thriller-Noir-Commedia grottesca (alla Guy Ritchie, per l'appunto). Thriller-Noir perché presenta i giusti ingredienti (tensione, azione, atmosfere e intrighi). Commedia Grottesca perché non mancano né scene né dialoghi con i quali Guy Ritchie sembra voglia urlare allo spettatore "Ehi, don't take life too seriously".
Il cast vede protagonisti Henry Cavill (Napoleon Solo), Armie Hammer (Illya Kuryakin), Alicia Vikander (Gaby Teller) e Hugh Grant (Mr Waverly).


Guerra Fredda, anni '60: Solo e Kuryakin sono due agenti rispettivamente di CIA e KGB che incrociano i loro passi a Berlino a causa di Gaby Teller, figlia di un ex scienziato nazista, Udo Teller, che dopo la fine della guerra passò a collaborare con gli USA e che poi scomparve nel nulla.


Solo viene poi informato che lo zio di Gaby, Rudi (Sylvester Groth), lavora per gli armatori italiani Alexander e Victoria Vinciguerra, fascisti simpatizzanti nazisti che intendono servirsi delle conoscenze Udo Teller (Christian Berkel) per costruirsi una propria bomba atomica. Missione congiunta quindi di CIA e KGB per evitare un casino di proporzioni mondiali e recuperare il nastro contenente il Know-how per la costruzione della Bomba.


Sebbene la storia si presentasse alquanto accattivante e i prodromi per un bellissimo film ci fossero tutti, ciò che ne è venuto fuori è, purtroppo, un film caratterizzato da un andamento piatto, che parte piano, prosegue piano e finisce piano. A poco sono serviti artifici sia di regia che di sceneggiatura (tutto comunque molto prevedibile) che, anzi, fanno sembrare quest'ultima opera Ritchiana un tentativo poco riuscito di imitare il Soderbergh della trilogia di Ocean. Ciò che ci è maggiormente rimasto impresso nella memoria sono le belle scenografie e i bei costumi "so 60's" nonché l'estrema bellezza del trio di protagonisti Cavill-Hammer-Vikander. Dello stile di Guy Ritchie, caratterizzato da una regia nevrotica fatta di improvvise "zoomate", sequenze a velocità doppia in alternanza ad altre in rallenty, non vi é invece traccia ed é forse questo che fa ricadere l'ultima sua fatica in una piatta normalità. Probabilmente con questo film Ritchie ha voluto rendere omaggio alla cinematografia di stampo JamesBondiano e SimonTemplariano (consentiteci i due neologismi), ma da lui, forse, ci si aspettava di più. 
Voto: 6+ (tutto sommato godibile, concediamoglielo).


giovedì 3 settembre 2015

NO ESCAPE - COLPO DI STATO DI JOHN ERICK DOWDLE


Prima anteprima post-vacanze estive e prima, inaspettata delusione. 
No Escape, diretto dallo stesso regista di Horror come Necropolis - La città dei morti, Quarantine e Devil, John Erick Dowdle e scritto e prodotto dal medesimo insieme al fratello Drew (anche produttore), infatti, a dispetto di un trailer affascinante, un cast di tutto rispetto (Owen Wilson e Pierce Brosnan uber alles), e i primi 35 minuti veramente forti e ben realizzati, ci ha fatto storcere, e non poco, il naso.


Entriamo più nel dettaglio: Jack Dwyer (Owen Wilson) è un dirigente della Cardiff, una compagnia idrica americana, spedito in trasferta lavorativa in una mai nominata nazione del sud-est asiatico  (dalla marca della birra che appare in un paio di scene, è più che logico presupporre si tratti della Thailandia) insieme alla moglie Annie (Lake Bell) e alle due figlie. Subito dopo aver preso possesso della Suite, l'albergo viene assediato dai rivoltosi (che già avevano ucciso il loro primo ministro) infuriati per l'acquisto da parte della Compagnia americana dell'intero sistema idrico nazionale. I bersagli sono i dirigenti americani ospitati, ma la furia dei ribelli si scaglia su chiunque si ponga sul loro cammino: carneficina. Mr. Dwyer, anche grazie all'aiuto di un ambiguo personaggio interpretato da Pierce Brosnan (un po' donnaiolo e un po' 007), tenterà di portare in salvo la famiglia oltre il confine, con la speranza di ricevere asilo in Viet-Nam (Paese che notoriamente ama il popolo americano...).


Le premesse per un gran bel film c'erano tutte. All'inizio del film ci sono delle scene che riportano la mente al G8 di Genova del 2001, non tanto per cosa fanno vedere, ma per come lo fanno vedere. Sembra veramente di assistere ad un video caricato su Indymedia. Impressionante poi la tensione che scaturisce in seguito, quando vediamo Jack Dwyer correre per l'albergo ormai trasformato in un campo di battaglia, in cerca della figlia che, ignara, si sta facendo un bagnetto in piscina. La tensione dei primi, promettenti 35 minuti di pellicola é incredibilmente attanagliante. Peccato che poi il tutto scada in un'imbarazzante imitazione di San Andreas (il film di qualche mese fa con The Rock) operata sostituendo "The Big One" con la guerriglia cittadina. Addirittura una scena è parsa un vero e proprio copia/incolla: vi ricordate quando i protagonisti di San Andreas si ripararono dietro ad una colonna di un grattacielo per resistere allo Tsunami provocato dal terremoto? Ecco, in No Escape Wilson e famiglia si riparano dietro ad una colonna di un palazzo per uscire indenni da una cannonata proveniente nientemeno che da un Tank!!! E così via per tutto il resto del film, è tutto un susseguirsi di scene da WTF, dialoghi scontati così come il colpo di scena sul finire del film. Pensavamo di trovarci di fronte non ad un capolavoro Trash come lo è stato lo stesso San Andreas, bensì ad un film leggermente più pregno di significati che non finisse con il solito trito e ritrito "Volemose bene, ma voi vogliatecene ancora di più perché siamo AMERICANI!!!".
Dunque grossa delusione. Non sono questi i film che rimarranno impressi nella memoria, persino in quella dei cinefili di bocca buona, pronti ad ingoiare qualsiasi tipo di boccone venga loro somministrato dai distributori cinematografici. Peccato, perché in "No Escape" riponevamo grosse speranze.
Nelle sale dal 10 settembre 2015.
Voto 5/10.
Luca Cardarelli